Educare e comunicare. La Rete delle agenzie educative sul territorio
di Anacleto Antonini
Questo è stato il tema
centrale dell’incontro che si è svolto martedì
27 novembre presso il Centro giovani della Parrocchia di Sant’Eraclio (Foligno)
organizzato dal Coordinamento Diocesano Oratori in collaborazione con i Comuni
del territorio d’ambito sociale n° 8 della Regione Umbria. Un talk-show, per
analizzare le sfide che ci aspettano per il futuro nell’ambito educativo, animato
con cura e professionalità da Fabrizio
Carletti. Hanno portato il loro contributo Luca Barberini, assessore Servizi sociali Regione Umbria, Maura Franquillo, assessore ai Servizi
sociali Comune Foligno, Morena
Castellani, dirigente scolastica I.C. Foligno2, Marta Rossi, Presidente Associazione Il Girasole di Sant’Eraclio, Elisa Loreti, psicologa, e il
sottoscritto, Anacleto Antonini, in
veste di genitore.
Don Luigi Filippucci, parroco e responsabile del Coordinamento oratori, accogliendo
e salutando i presenti ha sottolineato con forza che “l’oratorio è una presenza sul territorio per dare un servizio ai
nostri giovani. Perciò trovarci insieme questa sera, per fare presenza è
importante per costruire speranza. Una speranza che attraverso la fiducia ci
aiuta a ricercare il bello, il vero, il buono, per la crescita comune”.
Ma cosa ha bisogno il ragazzo, il giovane,
per crescere in modo equilibrato? I nostri giovani hanno bisogno, secondo
la dirigente scolastica prof.ssa
Castellani, di protagonismo, di fiducia, di libertà che significa anche
sbagliare. L’assessore Barberini partendo
anche dalla sua esperienza di educatore di gruppi giovanili ha evidenziato come “noi adulti sbagliamo nell’approccio
con le nuove generazioni, perché troppo spesso li consideriamo opportunità per
il futuro e non risorse del presente. Invece dobbiamo accogliere e valorizzare
i loro talenti e il loro patrimonio di conoscenze e chiedere il loro aiuto per
costruire una società migliore”. L’oratorio radicato nel territorio, ha aggiunto
l’assessore Franquillo, è uno spazio
educativo informale, un “baluardo dell’educazione”
per far crescere dei cittadini liberi e responsabili.
Tutti i relatori sono
stati concordi nel dire che è urgente e
necessario sviluppare sempre più reti socio - educative nel territorio per promuovere
attività di prevenzione e di tutela non solo per rispondere a un bisogno ma per
realizzare desideri e opportunità, per creare legami, per sostenere le tante
fragilità, per migliorare davvero la qualità di vita di un quartiere, di una
periferia, di una città. La parola chiave è FARE RETE, ha sottolineato Barberini, a tutti i livelli, famiglie,
scuola, istituzioni, “per costruire
insieme un nuovo modello sociale e culturale, in grado di dare risposte più
adeguate ai bisogni della comunità. E sentirci tutti meno soli…”.
L’oratorio attraverso la comunità parrocchiale, come pensato dal progetto
educativo della Diocesi di Foligno, è luogo di vita, di relazioni, un ponte tra
la strada e la Chiesa, in grado di favorire una sana qualità della vita e di
educare alla vita. Esso si pone come ponte tra la strada e la Chiesa, ma ha una
sua configurazione: è uno spazio di aggregazione, dove è possibile intercettare
le domande della vita delle persone e trovare risposte alla ricerca di senso.
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