Il futuro lavorativo delle nuove generazioni. Relazione di Silvia Rossi membro della commissione pastorale
La Commissione Pastorale per i problemi sociali e il lavoro,giustizia e pace,salvaguardia del creato, è nata per approfondire e analizzare le problematiche che caratterizzano il nostro territorio e si è prefissa di essere punto di riferimento e di formazione per un’attenta conoscenza e riflessione sui possibili scenari economici e sociali di Foligno. Come tutti ricorderete nel mese di gennaio si è svolta la prima parte del seminario “Imprenditoria,Lavoro,Famiglia” all’Umbra Cuscinetti in cui ci si è chiesti se il lavoro abbia ancora una sua dimensione soggettiva che mette al centro la persona umana e la conseguente realizzazione professionale. Un analisi quindi tra imprenditori e lavoratori,tra famiglia e società,tra enti laici e religiosi: un NOI quindi che ci porta a parlare di speranza per un futuro pensato e voluto migliore per tutti. Questo NOI ha portato i membri della Commissione Pastorale per il lavoro a voler affrontare quello che ci sembra il secondo passo obbligato e logico del discorso sul lavoro e sul futuro e cioè i giovani. “Quando i giovani denunciano un vuoto e sollecitano risposte sanno bene di non poter chiedere un futuro di certezze, magari garantite dallo Stato, ma di aver piuttosto diritto a un futuro di possibilità reali, di opportunità cui accedere nell’eguaglianza dei punti di partenza”. Così il nostro Presidente della Repubblica si è rivolto a tutti gli italiani durante l’ultimo discorso di fine anno, dedicato in particolar modo ai giovani, “perché – dice ancora Giorgio Napolitano - i problemi che essi sentono e si pongono per il futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro dell’Italia. Penso di farmi portavoce di molti giovani,soprattutto di quelli del mio territorio con i quali condivido formazione e progettualità di vita nel dire che sono proprio le possibilità reali e l’eguaglianza dei punti di partenza che stiamo chiedendo e che esigiamo. E’ la richiesta di molti giovani laureati che hanno creduto e credono ancora nel loro percorso di studio,nonostante i cambiamenti politici,sociali ed economici degli ultimi anni che a volte hanno quasi vanificato,o meglio,svalutato la tanto sognata laurea. E’ il caso di tanti ragazzi e ragazze che,dopo la laurea hanno svolto stage,tirocini in Italia e all’estero non retribuiti o,nel migliore dei casi,con dei rimborsi spesa fittizi e,credetemi,abbastanza umilianti quando si ha la consapevolezza di lavorare duramente,imparare e essere persone competenti e preparate.
Non è dignitoso aver paura di chiedere un rimborso spese,quasi sempre negato,per uno stage o per un lavoro svolto. E’ proprio la Costituzione italiana che all’art.1 dichiara che “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” e all’art.4 che “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.” Uno territorio nel quale ci sono dei giovani che non desiderano altro che andarsene altrove o all’estero,che non vedono in ciò che li circonda una possibilità di crescita umana e professionale,che non riescono a percepire le problematiche e le possibilità di quello che vivono più vicino a loro,appunto è un territorio che ha fallito:ha fallito la scuola,ha fallito l’università,hanno fallito le istituzioni,ha fallito la Chiesa. E’ un territorio che non ha saputo offrire possibilità ai giovani,che si non si è fatto amare e che non ha fatto proposte culturali e sociali. Ed è proprio la Dottrina Sociale della Chiesa che ci insegna che il lavoro è vocazione, risposta alla chiamata di Dio a trasformare la terra, a servire la vita;lavorare significa sentirsi solidali verso gli altri. Il lavoro va visto, come richiama Giovanni Paolo II, "nel quadro più ampio di un disegno divino" utile ai "singoli alla realizzazione dello scopo fondamentale della loro vita", mentre"l’impegno dell’occupazione di tutte le forze disponibili è un dovere centrale dell'azione degli uomini di governo, politici, dirigenti sindacali ed imprenditori" e le "le autorità responsabili" sono preposte "perché mettano mano ai provvedimenti necessari a garantire ai lavoratori la giusta retribuzione e la stabilità". Mi piace ricordare le parole di Papa Wojtyla per il quale è necessario edificare una “cultura del lavoro” capace di portare a sintesi le sue varie dimensioni, da quella personale, a quella economica a quella sociale;è il lavoro per l’uomo e non l’uomo per il lavoro. E’ proprio Beato Giovanni Paolo II che ha parlato sempre ai giovani di speranza,di fiducia nel futuro e nelle proprie capacità,di prendere in mano la vita e farne un capolavoro. E la creatività e la speranza di fare della propria vita un capolavoro è ciò che ci accomuna,è per questo che i laureati e tutti i ragazzi alla ricerca di un lavoro hanno il diritto di essere ascoltati da adulti responsabili e consapevoli. I giovani che credono nel proprio territorio chiedono alle istituzione pubbliche,in questo caso quelle più vicine come il Comune,gli enti locali,le associazioni,le parrocchie,di investire sempre di più sulle idee e sui progetti.
A volte,secondo la mia opinione,vengono proposte molte iniziative valide e importanti ma sminuite dal protagonismo sfrenato e dalla politica del fare tanto per essere presenti. A mio avviso non esiste una vera prospettiva senza una progettualità condivisa,l’evento per evento coinvolge solo chi non ha aspettative importanti. I giovani non sono terreno da sfruttare soprattutto attraverso divisioni e giochi di potere che non fanno altro che disperdere le nostre energie e farci allontanare sempre di più dalla partecipazione politica. Io, in prima persona come membro della commissione pastorale del lavoro e giustizia, come giovane laureata ancora in cerca di un’occupazione “ufficiale” ,chiedo alla Commissione stessa un’attenzione sempre maggiore a questi temi e auguro un prossimo seminario e convegno nel quale tutti i protagonisti siano giovani del territorio con vere e proprie testimonianze e proposte fattive .
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