Ripensare una nuova evangelizzazione sociale
Giovedì 17 novembre presso il Santuario della
Madre del Buon Consiglio. la commissione diocesana per i problemi sociali ed il
lavoro, giustizia e pace, custodia del creato, si è ritrovata per un momento
formativo sugli insegnamenti sociali della Chiesa con don Carlo Maccari docente di morale presso l’Istituto Teologico di
Assisi.
Il termine dottrina sociale fu usato per la prima volta da Pio XI nell’enciclica Quadragesimo anno (1941) per indicare quel corpus di temi di rilevanza sociale sviluppato dal Magistero dei Pontefici a partire dall’Enciclica basilare “Rerum novarum” (1892) di Papa Leone XIII su "La condizione degli operai", considerata come l'atto originario della dottrina sociale della Chiesa.
Don Carlo facendo un excursus storico del magistero sociale ha evidenziato cinque fasi di questo cammino: I. 1892-1931: La nascita della Dottrina sociale della Chiesa; II. 1931-1958: La nuova cristianità; III. 1958-1978: Il dialogo; IV. 1978-2005: La profezia; V. 2005-2015: Nuovo umanesimo.
La dottrina sociale della Chiesa in questo arco temporale (XX-XXI secolo)è stata proposta dai diversi pontefici non come un’alternativa tra capitalismo liberista e collettivismo marxista. Non è neppure un'ideologia ma, ha evidenziato don Carlo, è un’attenta “riflessione da parte della Chiesa sulle complesse realtà dell’esistenza dell’uomo nella società e nel contesto internazionale, alla luce della fede e della tradizione ecclesiale. Suo scopo principale è di interpretare tali realtà, esaminandone la conformità o difformità con le linee dell'insegnamento del Vangelo sull'uomo e sulla sua vocazione terrena e trascendente orientandone, quindi, il comportamento cristiano”.
Arrivando ai giorni nostri don Carlo ha evidenziato come la prima enciclica di Papa Francesco “Evangelii gaudium” (2013), è stata pensata per riprogettare una nuova evangelizzazione nella società attuale. Una chiesa in uscita, non barricata, agile, snella, povera, protesa verso le periferie umane ed esistenziali. Un documento, ha con concluso don Carlo, che ha fortemente caratterizzato le cinque vie del Convegno Ecclesiale di Firenze e che richiede una concreta attuazione pastorale, interpellando la responsabilità sociale di tutti.
Il termine dottrina sociale fu usato per la prima volta da Pio XI nell’enciclica Quadragesimo anno (1941) per indicare quel corpus di temi di rilevanza sociale sviluppato dal Magistero dei Pontefici a partire dall’Enciclica basilare “Rerum novarum” (1892) di Papa Leone XIII su "La condizione degli operai", considerata come l'atto originario della dottrina sociale della Chiesa.
Don Carlo facendo un excursus storico del magistero sociale ha evidenziato cinque fasi di questo cammino: I. 1892-1931: La nascita della Dottrina sociale della Chiesa; II. 1931-1958: La nuova cristianità; III. 1958-1978: Il dialogo; IV. 1978-2005: La profezia; V. 2005-2015: Nuovo umanesimo.
La dottrina sociale della Chiesa in questo arco temporale (XX-XXI secolo)è stata proposta dai diversi pontefici non come un’alternativa tra capitalismo liberista e collettivismo marxista. Non è neppure un'ideologia ma, ha evidenziato don Carlo, è un’attenta “riflessione da parte della Chiesa sulle complesse realtà dell’esistenza dell’uomo nella società e nel contesto internazionale, alla luce della fede e della tradizione ecclesiale. Suo scopo principale è di interpretare tali realtà, esaminandone la conformità o difformità con le linee dell'insegnamento del Vangelo sull'uomo e sulla sua vocazione terrena e trascendente orientandone, quindi, il comportamento cristiano”.
Arrivando ai giorni nostri don Carlo ha evidenziato come la prima enciclica di Papa Francesco “Evangelii gaudium” (2013), è stata pensata per riprogettare una nuova evangelizzazione nella società attuale. Una chiesa in uscita, non barricata, agile, snella, povera, protesa verso le periferie umane ed esistenziali. Un documento, ha con concluso don Carlo, che ha fortemente caratterizzato le cinque vie del Convegno Ecclesiale di Firenze e che richiede una concreta attuazione pastorale, interpellando la responsabilità sociale di tutti.
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